La chiesa di San Giacomo Apostolo rischia ancora la chiusura

di Antonio Piccoli, Agosto 2004

Era il 1984 quando un terremoto diede un ulteriore scossone alle già fatiscienti strutture dell’arcata di destra della chiesa parrocchiale. Le lesioni furono abbastanza gravi tanto che i tecnici che la vennero a visitare per constatare la tenuta della chiesa dopo il sisma, dichiararono che la chiesa non era più agibile e che bisognava assolutamente provvedere al consolidamento delle strutture e delle fondazioni altrimenti i fedeli non potevano più entrare. La chiesa di San Giacomo Apostolo è molto antica , sicuramente del 1500, anche se probabilmente è stata più volte ristrutturata. Sul portone d’ingresso c’è la data 1782 ma sicuramente è solo la data del portone. C’è una ricerca fatta da Don Francesco Di Pasqua, parroco a Torricella dal 1954 al 1986, che menziona il primo parroco nel 1627. Inoltre la mummia scoperta durante i lavori di ristrutturazione della chiesa sembra essere di un giovane di 20 anni vissuto nel 1500.

Dal punto di vista strutturale la chiesa ha avuto sempre dei problemi dovuti al fatto che le fondazioni sono a differente quota e le fondazioni di monte poggiano sul calcare mentre le fondazioni di valle poggiano sulle argille o meglio su materiali di riporto. Questa situazione ha comportato sempre dei piccoli cedimenti in particolare nella zona poggiata sulle argille. Infatti il progetto di consolidamento prevedeva di sottofondare le fondazioni dei pilastri e della parete laterale di valle con micropali intestati sul calcare. Tali lavori iniziati nel 1985 con un progetto approvato dalla Soprintendenza ai Monumenti dell’Aquila hanno avuto molte varianti al progetto iniziale , in particolare sotto la navata di destra durante lo scavo per arrivare alle fondazioni si scoprì un enorme camerone pieno di ossa e la bara con la mummia. Questo un po era da immaginare in quanto prima del 1800 molti defunti si seppellivano in chiesa. Inoltre le fondazioni erano ben più danneggiate di quello che si prevedeva. Ciò comportò molti rallentamenti e dispendio di soldi per le nuove soluzioni da approntare e da eseguire.

Nel 1990 finirono i lavori di consolidamento ma la chiesa era ben lungi da essere agibile. Mancavano i pavimenti, le tinteggiature, l’impianto elettrico e termico e tutto doveva essere sempre approvato dai tecnici delle belle arti. Ci volle solo l’amore e la testardaggine dell’allora parroco di Torricella, Don Ignazio Cocco, che con pazienza e dedizione raccolse i fondi e fece concludere i lavori dalle maestranze di Torricella che lavorarono senza pretendere nulla. Non fu comunque semplice . Ricordo che nel Natale del 1991 Don Ignazio arrivò anche a fare una civilissima forma di protesta, fece un altare con i residui di tavole e mattoni del cantiere della chiesa e li disse la messa di mezzanotte richiamando i politici a darsi da fare per aiutare la comunità parrocchiale di Torricella.

Finalmente nel 1995 si riaprì la chiesa.

Ora, nel 2004, dopo soli 9 anni dalla riapertura e 14 dalla fine dei lavori di consolidamento, la chiesa presenta purtroppo ancora pericolose lesioni. La facciata interna, con l’arcata di sinistra e l’arcata centrale, presentano molti ammaloramenti dovuti ad infiltrazioni di umidità dal tetto e le arcate delle volte presentano delle molte lesioni. Inoltre la facciata, in pietra della Maiella , che era stata smontata , consolidata all’interno e rimontata nello stesso ordine, presenta un distacco dalla parete interna.

Don Giuseppe, l’attuale parroco di Torricella, si è accorto per la prima volta delle lesioni il 19 marzo, il giorno di San Giuseppe di quest’anno. Ne ha parlato con i tecnici e con i vigili del fuoco i quali gli hanno raccomandato di chiudere subito la navata di sinistra ai fedeli e di provvedere ai lavori di ristrutturazione urgentemente e che siano finiti prima delle nuove nevicate per paura di crolli improvvisi. Almeno per ora però bisognerà costruire un ponteggio in ferro per contrastare la spinta dell’arcata di sinistra. Il prete non sa come fare perché i tempi sono strettissimi, in quanto bisogna fare un progetto, farlo approvare dalla Soprintendenza, scegliere una ditta al minor costo e fare i lavori. Senza pensare che i soldi non ci sono e che bisognerà in qualche modo reperirli .

Intanto a Torricella si rischia di rimanere senza nessuna chiesa, infatti San Rocco è inagibile per via dell’eternit, la copertura in amianto che sta sul tetto. Anche lì è stata dichiarata inagibile se non si rifà il tetto e si toglie l’eternit che fa molto male alla salute. Rimane la chiesetta di Sant’Antonio che peraltro è stata recentemente ristrutturata, ma li vi è un problema , diciamo così, economico, ossia vi è un debito con la banca, contratto precedentemente , che se non verrà estinto la chiesetta non sarà riaperta ai fedeli.

Staremo a vedere cosa succederà.


La navata di sinistra – Si notano gli ammaloramenti dell’umidità e le lesioni

 


La navata centrale - Si notano le varie lesioni sulla facciata retrostante e sui pilastri


Particolare dell’arcata di sinistra – Si nota la lesione sulla volta, quella che i vigili vogliono assolutamente consolidare

 


Particolare dell’entrata – Si nota il distacco fra la parete esterna fatta di blocchi di calcare e la parete interna


 

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